di Caroline Butini Boissier (1785-1835)
Il diario delle lezioni di pianoforte che Liszt diede a Valérie Boissier a Parigi nel 1832 è uno dei documenti preziosi che ci raccontano il modo di studiare del grande virtuoso. L’autrice è Caroline Butini Boissier, madre della giovane pianista.
Un gran numero di composizioni e non poche esibizioni di fronte a personaggi illustri come Franz Liszt, che poi divenne maestro della figlia Valérie, non bastano a regalare a Caroline Butini-Boissier una notorietà che superi quella della sua celebre cronaca delle lezioni di Liszt, durante l’inverno del 1832. Il più vivido racconto sul giovanissimo musicista nelle vesti del Maestro, che già era una leggenda.
Caroline Butini era nata a Ginevra nel 1785 durante gli anni in cui Rousseau propugnava l’educazione paritaria per ragazzi e ragazze. Suo padre era un celebre medico e riservò ai figli un’eccellente istruzione. Lo stesso padre incoraggiava molto il suo talento per la musica, e Caroline poté studiare a lungo. A vent’anni aveva annotato sul suo diario: un terzo della mia vita l’ho dedicato alla musica. La sua carriera tuttavia rimase limitata ai salotti ginevrini. Quando si sposò, a ventidue anni, con Auguste Boissier, la musica fece parte della vita di famiglia, perché Auguste, oltre ad amministrare le sue proprietà, era anche anche un violinista appassionato. Con tutta probabilità incoraggiò l’attività artistica della moglie, che accanto a lui sviluppò una personalità compiuta e indipendente.
I viaggi le offrirono l’occasione di incontrare artisti rinomati. A Londra si fece ascoltare da Johann Baptist Cramer, il più celebre didatta della sua epoca, e a Parigi, durante le lezioni impartite alla figlia, Liszt suonerà anche alcune composizioni di Caroline.
Borghese e progressista Caroline da un lato difese l’importanza di una buona cultura, che lei stessa possedeva, come segno di pregevole sensibilità, ma rimase convinta che la musica fosse indispensabile ad una signora di buona educazione solo come talento da manifestare entro le mura domestiche.
La sua produzione musicale è rimasta a lungo sconosciuta, allo stato di manoscritti, che sono numerosi e si trovano conservati nella Biblioteca di Ginevra. In tempi recenti la riscoperta delle sue composizioni e dei suoi scritti ha dato vita ad una serie di manifestazioni il cui punto di riferimento è l’Associazione a lei intitolata a Ginevra.
Il suo contributo più noto è un diario che scrisse in occasione delle lezioni di Liszt alla figlia Valérie. Iniziò a scrivere quando si era già alla settima lezione, rendendoci testimoni di un incontro straordinario. Alcuni anni fa ho proposto la traduzione italiana del diario che nell’originale francese pubblicato molti anni dopo, nel 1927. Una testimonianza illuminante della tecnica pianistica e dell’interpretazione musicale di Franz Liszt.