Diari di un matrimonio
Alcuni anni fa un’iniziativa editoriale di Enzo Restagno, che allora era direttore artistico di Settembre Musica, mi aveva coinvolto nella traduzione dei Diari del matrimonio di Robert e Clara. L’editore Enzo Peruccio di EDT, era l’altro partner nell’operazione e la traduzione fu affidata a Quirino Principe e a me.
Il titolo del volume fu “Casa Schumann”. A ciascuno dei traduttori venne affidata una sezione del volume, che in Germania era stato pubblicato una decina di anni prima, con il titolo di Tagebücher, Diari, di Robert Schumann.
Mia amatissima giovane sposa, lascia che ti dia il più tenero dei baci in questo giorno, il primo della tua vita di sposa, il primo del tuo ventiduesimo compleanno. Questo piccolo quaderno che oggi inauguro è destinato ad avere un significato molto profondo: diventerà il resoconto quotidiano di tutto quanto concerne la nostra casa e la nostra vita coniugale.
Queste le prime parole di Robert sul quaderno nella domenica 13 settembre del 1840. La coppia risiede a Lipsia, al numero 5 della Inselstrasse. La giovane sposa è una pianista di fama internazionale, Clara Wieck, il cui padre Friedrich Wieck – uno dei più celebri maestri di musica della Germania di allora – si era conquistato una fama di intransigente padre padrone grazie alla pervicacia con cui si era opposto al matrimonio della figlia con Robert Schumann. Ma era stato un bravo maestro il signor padre, e la figlia aveva riconosciuto fin dall’età di sedici anni il genio musicale di quel suo ardente innamorato, che per il maestro Wieck era solo un mediocre compositore.
In tutte le pagine del diario del matrimonio, scritto a settimane alterne, c’è il sostegno reciproco dei due giovani musicisti, ma soprattutto il sostegno di Clara a Robert. Era la fine del mese di gennaio del 1841:
E’ contrario al nostro patto che sia io a tenere il diario questa settimana, ma quando un uomo sta scrivendo una Sinfonia, non si può davvero aspettarsi che si occupi di altre cose. E persino sua moglie deve mettersi in secondo piano! La Sinfonia è quasi terminata e benché non l’abbia ancora sentita sono immensamente felice che Robert sia entrato nel campo a cui, per la sua grande fantasia, egli appartiene.
La settimana successiva la Sinfonia era terminata. E quando venne suonata in un’audizione casalinga Clara scrisse ancora: “Mi piacerebbe parlare ancora di questa Sinfonia, ma sarei solo capace di parlare dei boccioli, del profumo delle violette, delle foglie fresche e verdi, del volo degli uccelli, in una parola di tutto ciò che cresce e si rinnova con il ritorno della vita.”
L’appellativo di Frühlingssymphonie rimase, e rimase anche il clima primaverile che la musica di Robert aveva anticipato solo di qualche mese. La prima esecuzione avvenne il 31 marzo, in una serata in cui Clara ebbe successo come pianista, e Robert poté ascoltare la sua Sinfonia diretta dall’amico Felix Mendelssohn. E quando qualche mese dopo anche Mendelssohn compose una nuova Sinfonia, la Terza, Robert confidò al diario: “parzialmente è colpa mia se tutti scrivono sinfonie; ma è una bella ricompensa per il mio lavoro, se è capace di stimolare, come credo abbia fatto, i talentidi questa città”.
Una anteprima del volume si può vedere su Google Books https://books.google.it/books?id=RihapJBqfioC&printsec=frontcover&dq=casa+schumann&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwikqPef8ebiAhUL_KQKHYWfDOMQ6AEIKjAA#v=onepage&q=Sinfonia&f=false