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Una nuova orchestra per Milano che festeggia con Daniele Gatti direttore delle Sinfonie di Schumann

Accade raramente di ascoltare tutte le Sinfonie di Robert Schumann in due serate. Ascoltarle con un’orchestra di professionisti eccellenti diretti da Daniele Gatti è stato il privilegio dei moltissimi milanesi che si sono visti regalare due concerti al Palazzo delle Scintille venerdì 31 maggio e domenica 2 giugno.

Mentre molte delle orchestre tradizionali soffrono per mancanza di attenzione da parte dello Stato, a Milano si celebra un’iniziativa che è un bellissimo gioiello dei nostri tempi.

E inizio non poteva essere più propizio della Prima Sinfonia di Robert Schumann, con l’Andante Maestoso che apre quella che Robert chiama “Fruhlingssymphonie” (Sinfonia della Primavera), come scrive Clara sul diario del loro matrimonio. Era l’inverno del 1841 e la famiglia Schumann abitava a Lipsia. Ma nel cuore del musicista come sempre c’era la primavera e un’ode del poeta Adolph Böttger gli aveva dato lo slancio musicale per immergersi nella composizione, che fu iniziata e finita in quattro giorni, scrive ancora Clara. Dopo qualche è Robert a scrivere ringrazio lo spirito buono che mi he reso possibile creare un’opera così vasta con tanta facilità, in poco tempo. Il tema del poeta è quello della primavera che allontana le nubi, e la musica ci porta tutti i suoni della valle, dove la primavera poco a poco si sveglia.

In quello sguardo che va lontano, che si inoltra nella valle dove tutto prende vita c’è tutto l’entusiasmo di questa nuova orchestra, e dei suoi promotori: Daniele Gatti, Luca Formenton, Roberto Tarenzi, Carlo Maria Parazzoli e Marco Seco.

Innanzitutto l’iniziativa ha un rilievo culturale importante, a siderale distanza dalla deregulation che contraddistingue tante iniziative degli ultimi anni, sottomesse alle esigenze del populismo, della approssimazione, della poca preparazione. La proposta dell’integrale delle Sinfonie di Robert Schumann, oltre che emozionante è anche preziosa, volta a riaffermare che l’interpretazione del passato non si sottrae allo sguardo del presente. I grandi capolavori alimentano la nostra vita e il genio Schumann, che fu uno dei musicisti più generosi che io conosca, fa parte del nostro immaginario collettivo. L’interpretazione di Daniele Gatti, che nelle due serate ha proposto tutte e quattro le Sinfonie, apre sconfinati orizzonti sulla capacità di Schumann di essere innovativo. Non si tratta di capolavori al di là del tempo, ma talmente dentro al tempo da essere perennemente innovativi, capaci di far emergere prospettive sempre inedite. Contro ogni pregiudizio, ogni delimitazione.